Perché assertività non fa rima con aggressività?

Perché assertività non fa rima con aggressività?

Perché assertività non fa rima con aggressività?

Spesso quando in sessione mi ritrovo a lavorare sui temi di assertività mi imbatto in due obiezioni che suonano più o meno così:

Aumentare la mia assertività mi renderebbe più aggressiva/o e io non voglio cambiare per colpa degli altri’.
Se divento più assertivo/a vivrò più conflitti…

No. Non è così. Quindi partiamo con lo smontare queste due false credenze.

Prima di tutto l’assertività non ha nulla a che fare con l’aggressività, essere assertivi, come abbiamo visto anche qui, è un’abilità sociale che ci aiuta a comunicare in maniera diretta, chiara e trasparente i nostri punti di vista, i nostri diritti, le nostre idee e le nostre emozioni, siano esse negative siano esse positive, il tutto nel rispetto dell’interlocutore e senza prevaricarlo. In un clima di calma e tranquillità.

Va da sé che le polarità opposte dell’assertività siano passività e aggressività. Ecco perché aumentare il proprio livello di assertività non significa aumentare l’aggressività, ma semplicemente imparare ad avere rispetto di noi stessi e a comunicare in modo diretto ed efficace con gli altri.

Veniamo adesso al secondo spauracchio: i conflitti.

I conflitti di per sé non rappresentano un problema, il vero tema è capire e riflettere sulla domanda chiave: come ti approcci ai conflitti?

Se scegli di avere un comportamento assertivo esprimerai la tua opinione cercando di trovare una soluzioni che soddisfi entrambe le parti. Il conflitto diventa, invece, problematico nel momento in cui inizierai a reagire all’input del tuo interlocutore in modo passivo o in modo aggressivo.

Come l’assertività può aiutarmi in un litigio?

Lo so che in questo momento molti di voi staranno pensando che la teoria è bella ma poi in pratica, soprattutto con il proprio partner, diventa tutto più difficile.

Vero. Mai sostenuto il contrario. Proviamo a riflettere insieme. Discutere è normale, accade a tutti, soprattutto nelle relazioni più strette soprattutto quelle familiari, con amici o ancor di più con il proprio partner.

Quando discuti per qualcosa ti ritrovi a fare i conti con due questioni: la situazione specifica che ha fatto scoppiare la discussione e le emozioni annesse, le tue e quelle del tuo interlocutore. Affronta una cosa per volta e fatti guidare da queste 5 domande:

  • Quali emozioni stai provando tu? Quali emozioni sta provando l’altra persona? Capire, ascoltare e dare un nome corretto a quello che stiamo provando aiuta a fare il primo passo. Una volta identificata l’emozione passa al secondo step.
  • Che cosa puoi fare per scaricare quell’emozione, sia essa rabbia, tristezza, delusione o quant’altro? In questa fase tieni sempre in considerazione come l’altra persona sfogherà le sue emozioni.
  • Come posso formulare assertivamente il mio pensiero e affrontare la questione che ha fatto nascere il conflitto? Lo stesso farà l’altra persona.
  • Quale può essere una soluzione che rispetti le esigenze e i diritti assertivi di ognuno?
  • E poi… a soluzione trovata: come potete celebrare il successo?

Assertività non significa evitare i conflitti.
Assertività non significa accrescere i conflitti.
Assertività non significa avere ragione a tutti i costi.
Assertività non significa convincere, certo a volte capita, ma non parte da questo presupposto.
Assertività significa anzitutto ascolto attivo.

 

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