Work-life balance o work-life integration?

Work-life balance o work-life integration?

Chi più chi meno ci siamo trovati tutti in qualche momento della nostra vita lavorativa a fare i conti con le ingerenze degli impegni professionali a discapito di quelli privati. Se poi pensiamo all’ultimo periodo, fatto per molti di smart working, la situazione talvolta è anche degenerata abbandonando completamente il work-life balance, mentre per altri, si è sviluppata in termini di work-life integration.

Ormai da tempo leggiamo dati riportati da varie ricerche di mercato che mettono in luce quanto per i dipendenti sia considerato di grande valore il rispetto del work-life balance da parte delle aziende. La conferma anche nell’ultima employer brand research di Randstad, pubblicata nel 2019, condotta in ben 32 Paesi con oltre 200mila persone intervistate. Qui si legge forte e chiaro che tra i 5 fattori chiave che spingono le persone a rimanere nell’azienda in cui lavorano, al primo posto, con il 45% dei voti, c’è proprio il work-life balance.

Che cosa significano i termini “balance” e “integration”

Oggi non voglio fare il punto sulla situazione attuale, credo piuttosto che sia doveroso fare chiarezza sui termini equilibrio e integrazione.

Tecnicamente con l’espressione work-life balance ci riferiamo all’equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla vita privata, il tutto per riuscire a garantirci la nostra totale realizzazione nei vari ambiti, senza sacrificare nulla.

D’altro canto in tempi più recenti un’altra espressione ha preso sempre più piede mi riferisco alla work-life integration; ovvero l’integrazione tra i vari aspetti e i vari impegni del singolo con un approccio più olistico. Una modalità che, in sostanza, permette a ognuno di noi di decidere quando concentrarsi e dedicare più tempo a un aspetto piuttosto che a un altro. Il tutto in assoluta libertà, ma tenendo conto della fluidità delle priorità: insomma la persona al centro.

Il parere del coach, che cosa scegliere?

“Wow, era ora, questa sì che è libertà!”, dirà qualcuno, “Ma sarà vero?” si chiederà qualcun altro… ma il punto a parer mio non è se sia meglio optare per la work-life integration o per il work-life balance.

Ho visto troppe volte persone arrivare sull’orlo del burnout proprio alla ricerca di questo equilibrio, così come ne ho viste altre perdersi sulla strada dell’integrazione diventata un tiranno che spinge all’essere sempre attivi.

Le storie e le vite di ognuno, per quanto possa suonare retorico, sono tutte diverse e, a parer mio, non possiamo dire quale strada sia giusta e quale sia sbagliata, in senso assoluto.

Il punto, ancora una volta, è capire chi siamo, quali sono i nostri valori personali, i nostri bisogni e quali sono i nostri reali obiettivi. E attenzione, quando parlo di obiettivi reali intendo quelli che ci siamo scelti noi in assoluta libertà e non per compiacere qualcuno, o per adattarci a qualche standard più o meno mediamente condiviso.

Per qualcuno la strada perseguibile è il work-life balance, per qualcun altro è la work-life integration, ma una cosa è certa in entrambe i casi tocca prima conoscersi a fondo.

Se non riesci a trovare la tua strada puoi fare un percorso di Career coaching!