STOP ai comportamenti perfezionistici! Come?

STOP ai comportamenti perfezionistici! Come?

STOP ai comportamenti perfezionistici! Come?

Per liberarsi dal perfezionismo non è sufficiente cambiare modo di pensare. Certo è un passo fondamentale ma poi tocca avere il coraggio di sporcarsi le mani, di agire concretamente… e questo richiede fatica e sacrificio. Oggi entriamo nel vivo della questione. Tenetevi forte, perché la prima strategia per sconfiggere i comportamenti perfezionistici è l’esposizione.

Avete presente quando vi dicono che se avete paura di guidare la cosa più indicata è farlo il più possibile, aumentando gradualmente difficoltà e tempo passato alla guida? Ecco, con il perfezionismo è la stessa identica cosa. La tecnica dell’esposizione si basa sul presupposto che le persone possono adattarsi a qualsiasi situazione, purché venga concesso loro il tempo necessario. Nel caso del perfezionismo l’esposizione aiuta a capire che, pur commettendo degli errori, le conseguenze non sono sempre estremamente gravi, o ancora anche se non piacciamo a tutti, o non tutti valutano elevato il nostro rendimento, non solo possiamo sopravvivere, ma anzi, anche il contesto che viviamo resta comunque gestibile e la nostra vita prosegue senza scossoni o problemi. Un modo efficace di procedere è quello di partire da una lista delle cose o delle situazioni che ci creano disagio (oggetti fuori posto, deadline stringenti, cucinare per la prima volta un piatto particolare per gli ospiti etc…), stabilire per ogni voce il livello numerico di malessere e poi ordinarli dal più difficile al più facile da affrontare.  E poi si parte, ci si espone a una difficoltà per volta… Vi verrà l’ansia? Ci saranno momenti in cui penserete di non farcela? Vi sentirete a disagio? Sì, sarà così, ma se sarete costanti e continuerete a esercitarvi, poi sarete anche liberi.

Imparare a comunicare salva dal perfezionismo

La seconda strategia ha a che fare con la comunicazione. Il perfezionista spesso mette a disagio il proprio interlocutore, uno dei comportamenti più tipici è il giudizio o la disapprovazione esplicita di chiunque non soddisfi i propri standard. Un altro impulso tipico del perfezionista è quello di interrompere, correggere o modificare chiunque parli, agisca o pensi in modo diverso dal suo, non perdendo mai occasione per esplicitare la propria insoddisfazione o il proprio disagio. Alla lunga questi comportamenti feriscono e allontanano le persone che si hanno accanto.

Va da sé che l’unica strada praticabile per comunicare in maniera costruttiva con il proprio interlocutore è l’assertività. Una persona assertiva è in grado di prendere in considerazione le proprie esigenze e quelle di chi ha di fronte e tale comunicazione si articola in tre fasi: analizzare una situazione in modo oggettivo e senza giudizio, comprendere e chiarire in che modo quella tale situazione sta influenzando il proprio stato d’animo, infine prendere consapevolezza e dichiarare come vorremmo che la cosa cambiasse.

Non dimentichiamo però che l’ingrediente chiave della buona comunicazione è l’ascolto, inteso come l’impegno sincero a capire il punto di vista dell’altro, sospendendo il giudizio.

Stabilire le priorità per non perdersi nei dettagli

Il perfezionismo vi rende le giornate infinite? Nulla di più normale. Ecco perché la terza strategia è imparare a stabilire le priorità. Il perfezionista ha spesso la convinzione malsana di dover fare tutto subito e fatica a decidere da che cosa deve iniziare.

Di base il processo si può strutturare in tre fasi: fare una to do list delle cose di breve termine e una di quelle di lungo termine; si passa poi a distinguere le cose da fare, da quelle da delegare, o ancora quelle da dimenticare; infine si ordinano le singole voci in ordine di importanza e di urgenza e si inizia ad agire. Subito.

Ora capite perché l’espressione “sporcarsi le mani” utilizzata all’inizio dell’articolo è particolarmente appropriata!

Personalmente la strategia che mi ha aiutato di più e che al contempo si è rivelata la più dura è stata la prima: l’esposizione. 

 

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