Quanto il quieto vivere influenza le tue azioni?

Quanto il quieto vivere influenza le tue azioni?

Quanto il quieto vivere influenza le tue azioni?

Quando è stata l’ultima volta in cui avresti voluto dire di no ma non ci sei riuscito? Forse è stato ieri quando avresti tanto voluto rifiutare un invito a cena, oppure lunedì quando il tuo capo ti ha bloccato in ufficio per un lavoro che avresti potuto benissimo fare il giorno dopo… o addirittura poco fa con quell’amica un po’ pesante ma che “poverina” si è lasciata con il fidanzato e ha bisogno di te, anche in orari bizzarri… Insomma le occasioni che fanno sentire in trappola sono tantissime e aumentano in maniera esponenziale se la tua vita è animata dalla: “strategia del quieto vivere” quella che Sergio Caputo, in C'aggia fa' with you baby, del 1984 definisce come il modo migliore per “coltivare rapporti con i cannibali”. Rapporti che ti spingono a vivere secondo ritmi, tempi e desideri altrui, perdendo di vista i tuoi bisogni.

Perché è così difficile dire di no?

Uno dei motivi principali per cui dire di no è molto difficile è senza dubbio da ricercarsi nei modelli educativi che abbiamo respirato e che hanno contribuito a costruire la nostra mappa comportamentale e conoscitiva del mondo. Dopotutto ci è stato insegnato che i bravi bambini obbediscono, dicono di sì e sono disponibili con chi ha bisogno, soprattutto se i bambini in questione sono femmine…

Possiamo riassumere le motivazioni principali della difficoltà a dire di no in quattro punti:

  • Perché pensi che con quel NO si rovinerebbe un rapporto, come se il NO fosse rivolto alla persona nella sua interezza e non alla singola richiesta.

  • Perché credi che solo le cattive persone dicono di no, e tu vuoi essere percepito/a come buono/a.

  • Perché vuoi essere sempre di aiuto agli altri o utile alle persone che frequenti, il tutto senza limiti.

  • Perché ti fai bloccare dal senso di colpa e dal desiderio di apparire migliore agli occhi degli altri.

Scardinare convinzioni di questo genere è complesso, me ne rendo conto, ma è anche necessario per vivere meglio.

Dove porta questo atteggiamento?

Spesso chi vive facendo del quieto vivere la propria bandiera si ritrova, alla lunga, intrappolato in sentimenti di frustrazione, rabbia e nervosismo… che sono ben lontani dal tanto desiderato quieto vivere. Di fatto concedi all’altro di cannibalizzare i tuoi bisogni e la tua vita.

Il quieto vivere può diventare una bomba sia quando perdi di vista i tuoi bisogni accogliendo tutte le richieste di chi hai di fronte, sia quando dici di sì, ma di fatto ti ritrovi a procrastinare quello che devi fare, assumendo un atteggiamento logorante per te, per l’altro e per l’intera relazione. Si tratta di atteggiamenti passivi che talvolta, spinti alle estreme conseguenze, mettono nella condizione di non ammettere neanche con se stessi la sensazione di malcontento, rabbia e frustrazione, salvo poi manifestarsi con reazioni inspiegabili che vanno nella direzione dell’auto affermazione.

Voglio chiudere con una domanda: Come ti senti quando rispondi sì, ma vorresti dire no?

 

 

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