Leader senza poltrona e qualche (legittima e doverosa) pretesa

Leader senza poltrona e qualche (legittima e doverosa) pretesa

Leader senza poltrona e qualche (legittima e doverosa) pretesa

Cara Vera Verità,

queste sono le parole di chi sta in trincea e mi scuso fin da subito se da questa prospettiva dovrò alzare il tono tanto è il rumore dei colpi di mortaio.

Da alcuni giorni rifletto sul significato di leadership e sulla sua declinazione nel mondo aziendale. Al di là degli stili di leadership, a catturare la mia attenzione è il concetto che solo attraverso l’assunzione delle responsabilità del proprio lavoro è possibile raggiungere uno stato di soddisfazione nel lavoro. Posso contribuire al risultato del mio gruppo di lavoro solo se metto in gioco me stesso come individuo, le mie energie e la mia individualità.

Confesso: sono un leader senza poltrona! Lo sono da molti anni, in realtà sin dalle mie primissime esperienza in azienda. Per questo in tuo articolo mi ha punto sul vivo!

In una struttura aziendale che si identifica nel dipanarsi gerarchico del proprio organigramma, ognuno di noi può fare la differenza nei momenti di difficoltà. Cosa faccio per il gruppo? Cosa faccio per questo progetto? Cosa faccio per l’azienda? Sono tutte domande che vanno al di là del premio che potrebbe derivarne.

Nel mondo del lavoro la carriera non è più un passaggio lineare di crescita. Dopo tanti anni è inevitabile porsi le domande: Perché lo faccio? Quali sono i vantaggi? Perché non riesco a fare a meno di impiegare così tanta passione? Cercherò di essere lucida e sincera nel rispondere. Essere così è nella mia natura. La vera soddisfazione sta nella consapevolezza di essere stata utile e magari di aver fatto la differenza e nel clima di collaborazione virtuosa che si è creato con i colleghi.

Il vero problema è nell’ebbrezza ubriacante di questa sensazione.

Questa è l’emozione che porta molti leader senza poltrona (o spesso senza portafoglio) a spendersi oltre ogni logica per il proprio lavoro. Questa irragionevole dedizione al lavoro se non è gestita con equilibrio è nociva all’individuo e nociva all’azienda.

Quindi, caro leader senza poltrona avanza qualche ragionevole pretesa! Chiedi che sia riconosciuto il tuo impegno, contratta l’autonomia di cui hai necessità, individua le tue necessità. Chiedere è un atto di coraggio. I leader senza poltrona sono spesso convinti che saranno i risultati raggiunti a mettere in luce il loro valore.

Cosa manca al leader senza poltrona? Solo la poltrona, ossia la formale incoronazione? No, non è così. Il leader senza poltrona deve affermare la propria adultità, smettere di essere in attesa dell’approvazione. Il leader senza poltrona deve affermare la propria natura e maturare consapevolezza delle proprie capacità oltre l’evidenza dei risultati. Questo sarà più importante delle risposte che otterrà.

Imparare a chiedere è la prova al quale è chiamato il leader senza poltrona. Chiedere significa prendersi in carico se stessi come si fa per un risultato.

Confesso: da quando ho imparato a chiedere sono un leader!

Ora chiederò ai mortai un po’ di silenzio, qui in trincea i miei uomini hanno bisogno di riposare. La quiete della notte sarà la compagna di un riposo vigile.

A presto

Tutta la Vera Verità per la Vera Verità