Il lavoro e il grande incubo. Ma anche il grande bluff

Il lavoro e il grande incubo. Ma anche il grande bluff

Settembre è appena iniziato eppure il fermento per la ripartenza si sente già da diverse settimane. Tutti pronti a rimettersi in gioco… un po’ perché è normale che accada con la ripresa delle attività dopo le vacanze estive, un po’ perché si percepiscono la paura per il futuro e la necessità di recuperare il tempo perduto nei mesi passati per via della crisi sanitaria ed economica.

Ma, come tutte le crisi, anche questa causata dal Covid-19 si porta dietro le sue contraddizioni. Due più di tutte hanno bussato alla porta della nostra casella mail in questo mese di agosto e suonavano un po’ così:

L’azienda per la quale lavoro è in crisi e tra poco dovrò ricominciare tutto da zero, ma non ho la giusta motivazione per farlo”.

Lo so che sono fortunata/o ad avere ancora un lavoro in questo periodo, ma vorrei tanto non doverci più tornare e trovarne un altro è impossibile”.

Due scenari diversi, un punto in comune: grande resistenza al cambiamento.

Nell’ultimo decennio questa è la seconda crisi economica che viviamo, eppure, per certi aspetti, ci ritroviamo ancora ai blocchi di partenza sperando che “mamma azienda” o una “forza superiore” ci possano salvare dall’insoddisfazione e dalla frustrazione.

Bene: sappi che non è così e non lo sarà. Cosa ancor più importante non ti sto dicendo che la via d’uscita sia necessariamente lasciare il lavoro fisso per inventarsi qualcosa.

Qui urge anzitutto cambiare approccio e uscire dalla gabbia del grande bluff, quella stessa gabbia di convinzioni e credenze al cui interno ti muovi sperando che cambi qualcosa, pur continuando ad agire nella vecchia maniera.

Come uscire dalla gabbia

Lo so che in questo momento sei arrabbiato, in fondo sei in gabbia:

  • Hai il posto fisso, ma non ci sono più certezze.
  • Hai studiato tanto, ti sei dato un gran da fare. Ma spesso hai la sensazione che non sia abbastanza e hanno tradito tutte le promesse.
  • Non basta lavorare sodo per una grande azienda per ottenere ricompense e vivere felici e contenti.

Chi ha detto che in tempo di crisi bisogna farsi bastare quel che c’è e non si possa puntare a ciò che ci rende felici? Conosci il libro Il Salto dell’economista Lynda Gratton? La Gratton, prendendo spunto da una conversazione con la figlia che le chiedeva quale lavoro si sarebbe ritrovata a fare, parlava già nel 2012 della necessità di mettere in dubbio alcune convinzioni ereditate e di fare tre passaggi mentali: i tre salti appunto.

Primo salto: abbandonare l’idea di competenze generaliste e sviluppare in maniera specialistica il proprio capitale intellettuale.
Secondo salto: coltivare un network umano e professionale fatto di condivisione della creatività, di impegno sociale e collaborazione.
Terzo salto: puntare sul capitale emotivo rispettando se stessi per vivere felici e lavorare in armonia con i propri valori.

Anche oggi dunque, davanti all’ennesima crisi facciamo lo sforzo di ripartire dall’opportunità e senza focalizzarci sul problema: quando saltano gli schemi e quando saltano le regole, possiamo riscriverle da capo e possiamo farlo come vogliamo.

Se ti stai chiedendo come mettere fine a tutto questo, la riposta è semplice. E non è necessaria un’azione di forza. Non ci sono gabbie da rompere. Semplicemente… Alzati, metti le mani in tasca, tira fuori la chiave, apri la porta ed esci dalla gabbia. La chiave è sempre stata lì con te, si tratta di avere il coraggio di tirarla fuori e utilizzarla. Per farlo basteranno tre semplici amici.

Corri subito a iscriverti al webinar del 24 settembre, è gratuito e ti parlerò dei tre strumenti che ti permetteranno di fare il grande salto per una vita professionale che soddisfi la tua personale visione del successo e di liberarti dal grande bluff.