Che cosa sta rovinando la tua vita?

Che cosa sta rovinando la tua vita?

Che cosa sta rovinando la tua vita?

Ciò che non puoi comunicare rovina la tua vita (R. Anthony).

Oggi ho deciso di partire da qui: da ciò che non puoi o non vuoi, o semplicemente non riesci a comunicare… o forse neanche riesci a mettere a fuoco. Che si tratti di sentimenti, emozioni, decisioni, pensieri, parole, bisogni, desideri, confini, limiti o parti del tuo vissuto… in qualunque caso, non comunicando ti stai intossicando, boicottando o danneggiando.

Ti sei mai posta/o la domanda: “che cosa sta rovinando la mia vita?”. No? Proviamo a riflettere sul perché. Il più delle volte non lo si fa perché si è convinti che la riposta sia scontata o palese e ci si ritrova ad attribuire la responsabilità a fattori esterni, spesso di ordine pratico, sui quali non si può - apparentemente - agire: un capo tossico, una relazione che non funziona, quella persona che ci tira dei brutti colpi, i soldi che non sono mai abbastanza.

Beh…, in questo caso, ti invito a fermarti mettere da parte queste riposte e chiederti davvero: qual è la cosa che sta rovinando la mia vita? Che cosa in qualche misura mi sta bloccando?

D’altra parte se l’origine del problema fosse solo la situazione in sé, sarebbe (abbastanza) semplice, un taglio netto, una risposta ben assestata e poi tutto risolto… Non è forse così che vi “consigliano” gli amici, o chi avete intorno, quando vi sfogate per qualcosa che non va? “Fosse facile…”, rispondete voi, e via così dialoghi che si incistano senza via d’uscita su problemi che viviamo come irrisolvibili.

Il punto è un altro: il nodo sta nel rapporto che abbiamo noi con quella situazione, che a sua volta si aggroviglia con le sensazioni che proiettiamo e con quelle che in noi vengono risvegliate. Una matassa complessa che se prima non identifichiamo non potremo certo comunicarla né a noi stessi, né agli altri.

Mostra compassione per te stesso

Dunque, da che cosa partire per sbrogliare la matassa? Inizia dal provare compassione verso te stessa o te stesso, (ne abbiamo parlato anche qui) per arrivare a comprendere le tue ragioni o i tuoi blocchi più profondi.

Non storcere il naso davanti alla parola compassione, scegline l’accezione corretta e positiva, non è qualcosa per deboli. Provare compassione, dal punto di vista etimologico, significa patire insieme, nel senso di partecipazione alle sofferenze altrui, un concetto che se rivolto verso se stessi si traduce nel comprendere le ragioni più profonde delle nostre scelte o del nostro sentire rispetto a quella specifica situazione sospendendo il giudizio, ma al contempo cercandone il significato. Un processo delicato che nulla ha a che fare con l’ “autogiustificazione” in senso assoluto.

Leggendo questo testo della Wardetzki, ho scoperto tre esercizi del monaco tibetano Dolpo Tulko per sviluppare la compassione nei confronti degli altri, ma che si possono benissimo adottare nei propri confronti.

Guardare tutti gli esseri con lo stesso valore.

Questo significa che anche quando l’altro sbaglia, o noi stessi sbagliamo, non cerchiamo la punizione ma, pur proteggendoci o prendendo decisioni che ci possono anche portare all’allontanamento, diventiamo comprensivi per la situazione e cerchiamo di evitargli il dolore, esattamente come vogliamo evitarlo per noi stessi.

Mettersi nei panni altrui

Pensa per un attimo a quella persona e mettiti nei suoi panni, osserva la realtà dal suo punto di vista, dalla sua prospettiva, con il suo bagaglio valoriale e le sue debolezze. Forse capirai che cosa prova, che cosa gli manca, perché ha un certo comportamento e che cosa ha scatenato il conflitto. Stesso esercizio se non riesci a perdonarti un errore.

Presentarsi con un’offerta di pace

Trovare la pace in se stessi è il punto di partenza per portarla anche nei rapporti. Certo questo presuppone che l’altro sia pronto a dialogare, ma l’obiettivo in questo caso è non sprecare troppe energie nel conflitto ponendogli fine. Ciò non significa che “tutto tornerà come prima”, certe offese e certi dolori potranno essere irreversibili, ma perlomeno l’ostilità dovrebbe cessare e potrete trovare un nuovo punto di incontro.

Ti rifaccio la domanda: che cosa sta rovinando la tua vita?

 

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