Quante volte avete attribuito la causa dei vostri errori al vostro carattere o alla vostra natura?
Posto che dare la colpa dei propri errori alla propria natura né cambia la natura degli errori stessi, né aiuta a risolvere la situazione, penso che sia necessario fare ordine o si rischia di oscillare tra due poli pericolosi: “non posso farci nulla” o “è tutta colpa mia”. In entrambi i casi senza via d’uscita. Vediamoli da vicino.
Non posso farci nulla. Davvero?
Lo ripeto come un mantra: non siamo incisi nella pietra, non siamo fossili. A prescindere dal nostro carattere è fondamentale comprendere che ognuno di noi può davvero creare la vita che desidera, ma può farlo solo concentrandosi su ciò che vuole realizzare.
Più perderete tempo a pensare, o a trovare scuse, o peggio ancora a raccontarvi perché è impossibile che si realizzino certi vostri progetti, per via del vostro carattere o dei vostri limiti e più questi elementi saranno gli unici che definiranno la vostra realtà.
Prendersi la responsabilità di costruire il proprio futuro e di risolvere quello che non ci piace è alla base stessa del cambiamento.
Se vi state chiedendo se potete risolvere una certa situazione, malgrado il vostro “carattere” la risposta è sì, ma dovete prendervi la responsabilità e capire innanzitutto quali sono gli alibi, le scuse e gli ostacoli che state auto costruendo e auto mettendo nel vostro cammino.
È tutta colpa mia. È possibile?
Quando lavoro con i miei coachee sulla tematica del senso di colpa, mi piace spingerli a riflettere sulla distinzione tra colpa e responsabilità. A volte, basta solo chiedere di rileggere la lista delle cose per le quali si sentono in colpa, sostituendo la parola colpa con responsabilità, per far cogliere loro la distinzione netta che c’è tra gli elementi in loro potere e quelli assolutamente non imputabili a loro. È fondamentale diventare consapevoli dell’importanza di smettere di incolparsi per tutto, o saremo condannati all’infelicità e all’ineluttabilità.
Il coaching è azione, il coaching è cambiamento e per attuarlo è necessario definire il campo d’azione in modo consapevole e responsabile. Vi dirò di più, spesso il senso di colpa è legato a doppio filo al perfezionismo che spinge a non sentirsi abbastanza e a non accontentarsi mai, al punto di farvi girare a vuoto su una ruota che non si ferma mai. È vero, non c’è nulla di sbagliato nel cercare di migliorare i propri punti deboli, ma non se si arriva al punto di ossessionarsi. Quando si tocca quel limite, la via è segnata: la colpa e la frustrazione prenderanno il sopravvento.
Qual è la via d’uscita?
Arrendersi ai due poli “non posso farci nulla” o “è tutta colpa mia” offre una certezza: state chiudendo le porte alla consapevolezza per lasciare spazio al dubbio, all’insicurezza e alla paura.
Perché la consapevolezza è così importante? Perché per tutte le specie che la posseggono essa è il principale strumento di sopravvivenza.
“Siamo esseri per i quali la coscienza è un atto di volontà. Questo vuol dire che la nostra natura ha una possibilità straordinaria: quella di cercare la consapevolezza o di non cercarla, quella di cercare la verità o trascurarla, quella di darci un obiettivo di non darcelo. In altre parole, abbiamo l’opzione di esercitare i nostri poteri o ti distruggere i nostri mezzi di sopravvivenza. La mente è il nostro primo e principale strumento di sopravvivenza. Tradiscila e la tua autostima ne soffrirà” (N. Branded).
E sarà quello in momento in cui l’insicurezza prenderà il sopravvento facendovi dubitare di voi stessi, delle vostre azioni o delle vostre decisioni… fino a farvi perdere l’equilibrio.
È vero, sono molte le persone a cui è stato imposto di smettere di interrogarsi o a cui è stato insegnato a occuparsi solo dei bisogni materiali, come se quelli emotivi non avessero alcuna importanza. Non c’è da stupirsi che dopo tanti anni di questo continuo allenamento, il coraggio di cambiare si è affievolito fino a spegnersi.
Ma vi propongo un piccolo esercizio: quando il senso di colpa compare nelle vostre vite, accompagnato dal dubbio e dall’insicurezza, concentratevi sul presente, sulla realtà, e chiedetevi quale sia la migliore versione di voi stessi e come supererebbe il momento.
Ricordate: quando i limiti smettono di essere mentali e si trasformano in reali è il momento in cui potete superarli e diventare quello che desiderate, sbloccando tutto il vostro potenziale.