Sei capace di non pensare?

Sei capace di non pensare?

Sei capace di non pensare?

C’è un luogo che ho amato a lungo. Lo stesso luogo che ho anche detestato a lungo e che solo di recente ho ricominciato ad amare.

Si tratta della mia amata stanza buia, oggi dal soffitto bianco. Uno spazio immaginario, un angolo della mia mente nel quale finivo per isolarmi ogni volta che avevo bisogno di ricaricare le batterie. Quando entravo lì, il frastuono intorno a me cessava, mi dimenticavo di tutto e di tutti, per quei pochi attimi esistevo solo io. E più il periodo che vivevo era pesante e complesso, tanto più cercavo quel luogo.

Peccato che arrivassi nella mia amata stanza buia, solo quando ero troppo stanca, solo dopo aver messo gli altri prima di me ed essere così distrutta da riuscire vedere solo il buio che mi circondava. E quando entravo, mi sedevo per terra in un angolo, abbracciavo le gambe, me ne stavo con il viso appoggiato alle ginocchia, e aspettavo che il silenzio arrivasse.

Peccato anche che fosse un silenzio sterile. L’intenzione era buona, provavo attrazione per quel luogo, eppure non riuscivo a trarne nulla di positivo, l’esperienza in sé durava troppo poco e restava confusa. I miei pensieri giudicanti continuavano a blaterale.

Ora è vero, chi mi conosce sa bene che io sono un’amante del silenzio, non sopporto televisioni accese come elemento di compagnia, non sopporto i luoghi affollati, soprattutto le spiagge, ma il silenzio al quale aspiravo era più un silenzio della mente, uno stop ai pensieri urlanti… insomma, per quello che cercavo, non bastava spegnere la radio, la TV o il telefonino.

Togliere la parola ai miei pensieri interni era assolutamente complicato quanto necessario. E più mi chiedevo come fare e più naturalmente mi ritrovavo impantanata.

Come ne sono uscita?

Ne sono uscita guardando il soffitto.

L’ho scoperto un giorno per caso, ed è stato amore a prima vista. No, non sono impazzita. Io sono una visiva pura, ragiono per immagini, ricordo per immagini, “parlo” per immagini e il soffitto bianco ha il potere di stoppare tutto. È una tabula rasa, un telo bianco sul quale si proiettano solo le emozioni del qui e ora. Tutto il resto tace. Affiora solo la consapevolezza dell’adesso. Si fermano le immagini, si fermano i pensieri, arriva il silenzio. Il soffitto mi concede uno spazio fertile, mi permette di stare nel momento, di sospendere il giudizio verso me stessa e di ascoltare il mio corpo e la mia mente, riacciuffando le istantanee di dettagli che altrimenti sarebbero andati persi nel chiacchiericcio di sottofondo.

Solo quando tutto il resto tace, puoi depurare la mente, liberarti dallo stress e disinnescare il dialogo interiore sintonizzato su argomenti negativi, preoccupazioni, problemi e contrasti. Attivare il silenzio ci permette di capire di cosa abbiamo bisogno realmente in quello specifico momento, d’altra parte “Il silenzio non è altro che essere come si è” (Cit. Dainin Katagiri).

E quando siamo in grado di essere in contatto con il nostro io più autentico, possiamo darci obiettivi autentici, nostri, assolutamente svincolati dalle aspettative degli altri e dall’immagine che vogliamo dare al prossimo.

La mia amata stanza buia oggi ha un soffitto bianco che mi offre silenzio necessario per trovare le mie domande guida.

E tu come trovi le tue?