Quante volte pensi ad altro mentre svolgi le tue attività?

Quante volte pensi ad altro mentre svolgi le tue attività?

Quante volte pensi ad altro mentre svolgi le tue attività?

Di recente mi è capitato uno strano sincronismo dal quale sono nate le considerazioni che mi hanno dato l’idea per questo articolo.

La mattina ho lavorato a un progetto di comunicazione su tematiche riguardanti l’Intelligenza Artificiale, il pomeriggio mia madre mi ha raccontato un episodio molto tenero sul mio nipotino quattrenne e la sera, durante una conversazione sulla consapevolezza di sé davanti a una birra, è emerso il tema dell’avere spesso la ‘testa altrove’.

E voi direte che c’azzeccano queste tre cose l’una con l’altra?

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’idea che c’è alla base dell’Intelligenza Artificiale è quella di realizzare una macchina che sia in grado di eseguire operazioni tipiche del cervello umano a una velocità decisamente superiore. Secondo gli esperti, la differenza principale tra le due elaborazioni sta nel modo in cui le informazioni vengono processate. A cui si aggiunge la famosa questione delle mappe con le quali agiamo e interpretiamo il mondo, noi le abbiamo ereditate in secoli di esperienze, la macchina ha bisogno di essere ‘istruita’.

BAMBINO (nipote quattrenne)

I bambini, soprattutto i più piccoli, hanno diversi super poteri, quello sul quale vorrei soffermarmi oggi è la straordinaria capacità di vivere il momento. Motivo per cui, se desiderano qualcosa o vogliono provare una certa esperienza e in quel momento e per una serie di motivi non è possibile, è molto complicato spiegare loro che esiste un dopo in cui possono fare quella cosa. Pensate anche solo al: “dopo la mamma torna”… spesso causa di lacrime amare e disperate.

CONVERSAZIONE TRA ADULTI

Diventando adulti perdiamo la tabula rasa innocente, acquisiamo sempre più informazioni, un po’ come avviene per il calcolatore elettronico, e s’innescano due meccanismi. Il primo, associabile alla mente che vaga, è tipico di quando eseguiamo attività che ci annoiano, o diventano ripetitive, in questi casi smettiamo di stare nel qui ed ora e ci facciamo distrarre pensieri di varia natura. Il secondo ha più a che vedere con le modalità e gli schemi di ragionamento che attiviamo per interpretare il mondo.

In tutti e tre i casi la mente, umana o elettronica, utilizza schemi con i quali elabora i dati, a volte si inceppa e nascono ‘errori’. In particolare negli adulti possiamo osservare degli automatismi che ingannano e dai quali le persone non riescono a staccarsi un po’ come se fossero dotate di un’intelligenza artificiale che ha in sé un bug. Si tratta di scorciatoie.

Quali sono le scorciatoie fuorvianti della mente?

Vediamo nel dettaglio alcune di queste scorciatoie che finiscono per distorcere ciò che accade.

Gli stereotipi: tutte quelle opinioni rigidamente precostituite e generalizzate, e non acquisite sulla base di un'esperienza diretta.

L’effetto placebo: strettamente connesso alle aspettative, l’esempio più comune è quello legato ai farmaci o agli alimenti, solo perché ci si aspetta che una cosa faccia un certo effetto che quell’effetto si manifesta.

Il catastrofismo: davanti agli imprevisti o a decisioni importanti da prendere, anziché fermarsi a ragionare vagliando tutte le possibilità, molti si lasciano prendere dalla visione di scenari apocalittici perdendo energie che sarebbero più utili se fossero focalizzare sul da farsi.

L’eccesso di sicurezza: alla polarità opposta del catastrofismo c’è la sicurezza smodata che allontana dalla volontà di mettersi in discussione.

La caccia alle streghe: altrimenti conosciuta come colpevolizzazione, quante volte ti capita di perderti alla ricerca del colpevole per compensare il tuo senso di responsabilità, senza invece darti da fare a risolvere il problema?

L’effetto struzzo: tipico di quando ignoriamo le informazioni negative o i rischi.

Il minestrone: quanto confondiamo il risultato con il processo che ci ha portato a quel risultato, o quando il fine giustifica tutti i mezzi.

Ogni tanto fermati e prova a chiederti: adesso che sono qui, dov’è la mia mente? E dove è stata nell'ultima mezz'ora?