Dammi il tono e ti dirò chi sei!

Dammi il tono e ti dirò chi sei!

Dammi il tono e ti dirò chi sei!

Cara Vera Verità,

questo mese mi hai proposto questa frase di Cioran: “Se voi avete il tono, avete tutto”.

Di recente mi è stato riferito questo episodio: durante le prove di uno spettacolo di teatro amatoriale, un attore era alle prese con un difficile testo classico e il regista per aiutarlo gli ha suggerito di alzare il tono della voce.

Mi conosci e potrai facilmente immaginare la mia reazione inorridita. Poteva un’indicazione di regia fosse tanto superficiale? Non è la scena per me fatta di sostanza, di materia emotiva e di elaborazione cognitiva? Come poteva essere tutto liquidato con un’indicazione formale?

Non annoierò te, e neppure chi legge, con le mille strategie che si potevano adottare per aiutare l’attore. A posteriori ho considerato che, con ogni probabilità, quell’attore, diretto nel modo migliore e sfruttando tutte le sue capacità, avrebbe alla fine proposto un’interpretazione in cui utilizzava un tono di voce più acuto di quello al quale era abituato, esattamente come quel regista aveva suggerito.

Tono o sostanza?

Quanta sostanza c’è nel tono?

Quanto lavoro facciamo allenandoci a una comunicazione assertiva proprio sulla forma che diamo alle nostre parole? E qui allargo il discorso dal tono della sonorità al tono del tipo di vocabolo che scegliamo in ogni momento della nostra vita per essere “intonati” con il contesto o con le aspettative che il mondo o noi stessi abbiamo su di noi.

Non a caso nella lingua italiana l’espressione “darsi un tono” significa darsi un contegno ma anche darsi importanza.  “Rispondere a tono” significa farsi le proprie ragioni, essere all’altezza delle situazioni che si affrontano. Il termine è sempre collegato a una posizione interlocutoria e individuale e strettamente legato alla area semantica delle emozioni (tono affettuoso, tono giudicante, tono collaborativo).

Emozione, estetica o messaggio?

Dunque parliamo di estetica o di sostanza?

Il tono è forse il vestito che diamo al nostro messaggio? È il significante che aggiunge significato. Il tono prevale spesso sul contenuto nella trasmissione del messaggio.

Prova a pensare una frase (“hai fatto veramente un ottimo lavoro!”): quanti significati intermedi può assumere, dal plauso per un successo o alla sottolineatura di una pessima prestazione?

Gli emoticon nella comunicazione via messaggio o in chat suppliscono o più propriamente sono sostitutivi dei toni. Tutti sappiamo quanto a volte è facile essere fraintesi in chat!

Tono e ironia per una grande sfida

Il tono e la sua deprivazione sono veicoli potenti, che consentono l’esercizio dell’ironia di cui tutti conosciamo il potere curativo.

Scegliere le immagini, le parole, i colori per le nostre presentazioni, per i nostri siti web significa scegliere scientemente di aggiungere un significato (emozionale e di contenuto) al messaggio e per questo è necessario che la scelta sia consapevole.

Il tono è un elemento fondamentale nella costruzione del nostro personale storytelling.

Il tono è l’obiettivo di una trasmissione intenzionale di un’emozione.

Il racconto di aneddoti è entrato a far parte ormai da tempo della quotidiana comunicazione professionale. I corsi di formazione nelle aziende hanno insegnato ai futuri capi l’importanza dello story telling individuale per creare coesione nel gruppo e per creare empatia con i membri del team. Difficilmente hanno insegnato ai capi l’importanza della coerenza del tono per generare stima e fiducia tra le persone. Che ne pensi, Vera Verità, potrebbe essere questo uno dei nostri ambiziosi progetti?

Conoscersi, essere consapevoli, e padroneggiare il tono fa parte, e cito le tue parole, di un’immagine coordinata e coerente … con se stessi e con il mondo!

E tu, Vera Verità, tu che sei donna di sostanza, di quale tono sei?