Che cosa fare per rimanere calmi?
Calma.
Respira.
Calma.
Non farti trascinare nel vortice.
Respira.
Isolati nel tuo mondo.
Calma.
Non fare il gioco dell’avversario…
Respira.
Boom!
Te lo ripeti infinite volte eppure non serve, nel momento meno opportuno, perdi le staffe e ti fai trascinare nel pieno del conflitto ma quel che non riesci proprio a capire è perché succeda proprio a te… che i conflitti non li sopporti e vorresti tanto una vita senza “guanti di sfida” e “combattimenti”.
Sapevi che all’interno del monastero Shaolin chiunque desideri imparare l’arte di combattere, o di vincere senza combattere, deve anzitutto riuscire a convincere il proprio maestro che desidera anche imparare a gestire le proprie emozioni?
Che cosa significa gestire le proprie emozioni?
Le nostre emozioni sono dominate da impulsi biologici. Sbarazzarsene del tutto è impossibile, nonché malsano. Quello che ci serve è quella che Goleman definisce una buona gestione del sé, di quell’autoregolazione che assomiglia a una sorta di conversazione interiore permanente che ci consente di non essere prigionieri delle nostre emozioni.
Nel momento in cui perdi il controllo, non sei più in grado di agire secondo le tue convinzioni, ti limiti semplicemente a reagire alle azioni dell’avversario che ti trascina sul suo stesso piano di comunicazione o almeno sugli stessi argomenti. Inoltre, spesso, le emozioni ti portano ad agire in contraddizione con le conoscenze che hai, di fatto è come se tagliassero il canale di accesso al tuo intuito e ti portassero fuori strada mostrandoti una realtà filtrata dall’emotività del momento: paura, rabbia, felicità, tristezza e via dicendo. Esattamente come accade quando si beve troppo e l’alcool offusca la tua mente.
Ora questo non significa che non è ammesso avere attacchi di malumore o impulsi improvvisi, ma bensì che è necessario incanalarli in direzioni utili. Una cosa è ciò che ti accade, o ciò che l’altro fa, un'altra cosa è come tu reagisci. Ecco perché l’elaborazione delle emozioni che prende forma dentro di noi ed è per questo che solo noi possiamo influenzarle. D’altra parte in questa situazione diventiamo veri e propri ostaggi del nostro percepito emotivo, e arrechiamo danno a noi stessi.
Non lasciarti trasportare dalle emozioni inutili
“Si narra che un giorno un vecchio maestro fosse stanco delle continue lamentele del suo allievo, perciò un mattino lo spedì a prendere un po’ di sale. Quando l’allievo tornò, il maestro lo pregò di mescolarne una manciata in un bicchiere d’acqua e di berla. “Com’è”, domandò il maestro. “Salata!”, rispose l’allievo, facendo una smorfia. Il maestro rise e invitò il ragazzo a mescolare la stessa manciata di sale nel vicino lago. I due si recarono in silenzio fino alla riva e dopo che l’allievo ebbe versato la manciata nell’acqua, il maestro disse: “Adesso bevi dal lago”. L’allievo obbedì e di nuovo il maestro domandò: “Com’è?”. “Fresca”, rispose l’allievo. “Hai sentito il sapore del sale?”, domandò il maestro. “No”, rispose il giovane. Quando i due sedettero insieme, il maestro disse all’allievo: “L’amarezza della vita è, né più né meno, come il sale puro. La quantità di amarezza nella vita rimane esattamente la stessa. Tuttavia, la quantità di amarezza che avvertiamo dipende dal contesto in cui la proviamo. Se avverti amarezza, dunque, l’unica cosa che puoi fare è ampliare il senso delle cose. Smetti di essere un bicchiere. Sii un lago. Solo allora, infatti, il tuo spiritò ti condurrà in un luogo in cui il corpo lo seguirà con gioia”. (Fonte: tratto da Kung-Fu e l’arte di stare calmi.)
Ti lascio con due domande: quando è stata l’ultima volta in cui un’emozione ha trasformato a tuo svantaggio la tua percezione delle cose? Che cosa accelera in te lo scatenarsi di questa emozione?
Fatti un regalo impara a conoscerti, sarà come acquistare un biglietto di sola andata per la tua meta preferita.